Un giorno inaspettato: Cronaca del primo giorno di scuola
- Liceo Rocci
- 11 mar 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Tutto iniziò alle 7:50 di quella mattina: mi alzai, scesi le scale e andai in cucina per fare colazione, appena entrata nella stanza presi la ciotola, i cereali ed il latte, per poco non mi dimenticavo di prendere il cucchiaino. Ero lì seduta a mangiare i cereali e a pensare a tutto quello che avrei potuto fare durante quella splendida giornata, ignara di quello che mi sarebbe capitato quella mattina. Dopo aver finito di bere il latte mi recai al piano di sopra con in testa solo quello che avrei dovuto fare fin quando non sarei uscita di casa. Appena finite le scale sono andata dritta verso il bagno per lavarmi i denti, subito dopo ho proseguito lavandomi il viso ecc…. Quando sono entrata in camera mia la prima cosa che ho visto erano i vestiti piegati sulla mia scrivania che avevo sistemato la sera prima: blu jeans a vita alta, maglietta corta a maniche corte blu con rose rosa, cintura argentata e le mie stupende Asics azzurre; li indossai, misi lo zaino in spalla e partii (ovviamente con la macchina guidata da mia madre). Avete capito dove ero diretta? Forse alcuni ci sono già arrivati, comunque stavo andando a scuola, precisamente era il primo giorno di scuola, al Liceo Rocci di Passo Corese, dove sarebbero capitate cose inaspettate. Ad un certo punto sentii il mio telefono squillare: “Sofy”, risposi senza esitare. La conversazione andò più o meno così: “Pronto Sofy dove sei?” S: “Io sono qui.” Io: “Qui dove?” S: “Qui davanti allo Scientifico.” Io: “Ok, arrivo subito.” S: “Si, si però sbrig…” Chiusi il telefono senza nemmeno farla finire di parlare, ero molto eccitata al pensiero di rivedere i miei amici dopo 3 mesi di vacanza. Fu complicato trovarli lì in mezzo a tutte quelle persone, appena li vidi li abbracciai con tutta la gioia che avevo nel cuore. Ero la persona più felice del mondo, fino a quel momento. Iniziammo a parlare, parlare e ancora parlare di tutto ciò che avevamo fatto durante l’estate, ero davvero troppo felice fino a quando i professori iniziarono a comunicare le classi, in quel momento pregai, non feci altro che pregare, il motivo? Semplice: non avevo fatto la lettera, la famosissima lettera delle preferenze, volevo capitare con i miei amici, ma non avevo fatto la lettera e da un lato me ne ero pentita, anche se lo avevo fatto proprio per non pentirmi, e già, non volevo pentirmi per una stupida preferenza visto che gli anni passati è andata come non volevo. Iniziarono chiamando il I AS e fecero l’appello. Eravamo tutti tesissimi nella speranza di capitare tutti insieme, il tempo passava sempre più lentamente, fin quando il prof non iniziò con i cognomi della classe con la lettera M, lì rabbrividimmo tutti per il semplice fatto che Aly, Sofy e Leo hanno i cognomi che iniziano rispettivamente con la D, F e L, nessuno pronunciò i loro nomi e cognomi. Chiamò una ragazza che già conoscevo, Stela, il suo cognome inizia con la M e io ho iniziato a pregare affinché non mi chiamasse, ma in quel preciso momento pronunciò la parola fatale, per me e i miei amici fu un duro colpo, vidi i loro sguardi devastati e io non ero da meno, me ne andai in classe con mille pensieri nella testa. La prima cosa che pensai fu: AIUTATEMI. Non sapevo proprio come mi dovevo comportare, non conoscevo nessuno, proprio nessuno (non è del tutto vero, un paio di persone le conoscevo) e invece tutti gli altri si conoscevano, si notava dai loro comportamenti, era chiaro, non la smettevano di parlare tra di loro e io non potevo certo pensare che avrebbero provato a parlarmi, socializzare o cercare di fare nuove conoscenze, o almeno non con me, nessuno inizierebbe a socializzare con qualcuno che non conosce quando più di metà classe è costituita da persone che conosce dalla prima elementare! Appena entrata in classe ebbi il coraggio soltanto di sedermi vicino a una delle poche persone che conoscevo, la giornata proseguì normalmente (non poteva andare peggio): finite le ore di lezione tornai a casa, mi riposai e parlai con mia madre dell’accaduto, al quale anche lei aveva assistito: per me era quasi un dramma, non riuscivo a smettere di pensare a come sarebbe andata a finire questa storia. Oggi sono passati circa 6 mesi e devo dire che sono cambiate tante cose, non mi sarei mai aspettata di poter fare amicizia con così tante persone in così poco tempo, ho davvero superato me stessa! Devo dire che mi sono integrata molto bene o almeno è andata meglio del previsto, e pensare che per me era quasi la fine del mondo! Se dovessi dire qualcosa alla mia classe direi semplicemente: GRAZIE, grazie davvero per non avermi esclusa, cosa che è successa in passato da qualche altra parte, per avermi fatto ridere con le vostre risposte stupide alle interrogazioni (riferimenti puramente casuali), per avermi fatto sorridere, per avermi donato momenti di gioia e felicità. Questa è sul serio la prima volta che posso dire di far parte di un gruppo classe, adesso sono fiera di dire che io amo la mia classe e spero che anche lei voglia tanto bene a me. Non tutti i mali vengono per nuocere, e secondo me è proprio vero - pensateci un attimo - questa storia ha inizio con una normalissima giornata che poi inizia a prendere una brutta piega iniziando a dare luogo a una pessima giornata, tutto questo soltanto prima che io vi svelassi il mio “e vissero tutti felici e contenti”: la giornata peggiore della mia vita è stata la causa di qualcosa che mi ha reso felice, qualcosa che sognavo da sempre, quel qualcosa è la mia classe. Il mio desiderio oggi è realtà grazie ad un solo e unico giorno inaspettato.
Eleonora Morinari, 1AS.
Comments