Mascolinità tossica nella moda
- Liceo Rocci
- 25 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Tratto dal Numero 3 del Vox Rocci, uscito in data 25 marzo 2021
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La mascolinità tossica è l’insieme degli stereotipi della società che definiscono l’uomo come un essere dominante, spesso accompagnati da misoginia e omofobia, che diventano tossiche nel momento in cui promuovono comportamenti violenti. Tra i primi a introdurre il concetto di «mascolinità tossica», c'è stato, negli anni Ottanta, lo psicologo americano Sheperd Bliss con gli studi per una nuova definizione della mascolinità. Un articolo di qualche anno fa del New York Times la descrive così: «È solo un insieme di comportamenti e credenze che comprendono il sopprimere le emozioni, mascherare il disagio o la tristezza, il mantenere un’apparenza di stoicismo e la violenza come indicatore di potere (pensate al comportamento da «uomo duro»)». Nella moda implica lo stile che ormai siamo abituati a vedere sulle passerelle, un comune esempio sono i pantaloni. In precedenza, a causa della società patriarcale, le donne non potevano usare i pantaloni, erano proibiti e condannati. Ma fino a poco tempo fa pensare ad un uomo con addosso una gonna o un abito poco virile (secondo la società) faceva quasi ridere. Fortunatamente ci sono artisti che stanno cercando di abbattere queste barriere.
Una delle prime icone di una nuova mascolinità è sicuramente David Bowie con il suo stile rivoluzionario, le sue acconciature e il make-up. Questi elementi furono indicatori di fluidità, dove il maschile cioè si fondeva con il femminile. Un altro artista, decisamente molto criticato negli ultimi tempi, è Harry Styles che ha fatto uno shooting per Vogue indossando un meraviglioso abito e affermando nell’intervista che esistono vestiti per gli uomini e esistono vestiti per le donne, una volta rimosse le barriere, ovviamente si apre l’arena in cui si può giocare. Non molto tempo prima aveva anche dichiarato che non gli interessano le etichette di genere, poco dopo fu il volto di una collezione di Gucci indossando abiti femminili.
Un’ icona italiana ad indossare vestiti femminili è Achille Lauro, un rapper noto per le sue audaci performance. Durante una delle ultime serate in cui si è esibito al festival di Sanremo ha affermato «Sono politicamente inadeguato, l’estetica del rifiuto: Dio benedica chi se ne frega!»
Probabilmente, la «rivoluzione» che stiamo vivendo, ci porterà ad avere una concezione nuova del vestiario maschile e, con il tempo, questa tendenza sarà sempre più accettata dalla società.
Giulia Aracri, 1AC
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