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Non c'è niente da temere

  • Immagine del redattore: Liceo Rocci
    Liceo Rocci
  • 10 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Le paure ci spingono a comportamenti a dir poco irrazionali: come definire chi, per paura del buio, non si addormenta se non tiene la luce accesa? O chi non esce di casa la sera per paura che un pipistrello gli si annodi tra i capelli? Convivere con una fobia non è sempre facile, anche quando sembra una fissazione innocua: prima o poi può sempre capitare di trovarsi in una situazione in cui non è possibile evitare ciò che temiamo. Soprattutto però, ora è chiaro che le fobie vanno curate perché fanno male, al cervello e non solo.

Determinate persone mantengono infatti la mente in uno stato di allarme continuo, mantenendola sempre sotto stress e causando danni a tutto il resto dell’organismo.

In merito a ciò lo psichiatra Stefano Pallanti fa notare: <<Nella fobia sociale, per esempio, lo stress porta ad un aumento persistente della pressione arteriosa, della coagulazione del sangue, del cortisolo, della risposta immunitaria: il risultato non è solo la sensazione di stanchezza che riferisce chi ne soffre, ma anche una riduzione di due o tre anni dell’aspettativa di vita. Curare ansie e fobie non è importante solo per vivere meglio, ma anche per vivere di più.>>

Per non parlare del danno dato dalle limitazioni che il fobico, per evitare ciò che teme, si auto-impone, peggiorando non poco la propria qualità di vita (dal rinunciare ai viaggi per colpa dell’aereo al non avere dei bei voti a scuola per paura delle interrogazioni).

Risolvere questi timori, inoltre, è un regalo che facciamo a chi ci circonda: amici, compagni ecc; inoltre un recente studio dell’università di Houston del neuroscienziato Steven Nieto, infatti, ha evidenziato che le fobie hanno effetti epogenetici, ovvero cambiano la struttura delle molecole del nostro patrimonio genetico e ne alterano quindi le funzioni. Queste modifiche indette dalla paura possono essere ereditate dai figli anche in assenza di una predisposizione genetica all’ansia.

<<Questo meccanismo è presente soprattutto nelle paure specifiche come quella del sangue, che sono fra quelle più ereditarie>>, dice Pallanti.

Risolvere una fobia è quindi indispensabile, ma come possiamo fare? Intanto smettendo di scappare da ciò che si teme: evitare la fonte della paura è il modo per radicare profondamente qualsiasi timore. Ammettere di avere paura è un primo passo, ma non è scontato: molti pazienti pensano di riuscire a tenere tutto sotto controllo da soli. Il trattamento con maggiori prove di efficacia è comunque la terapia cognitivo- comportamentale, che insegna a gestire azioni e pensieri quando ci si trova di fronte a ciò che atterrisce: nelle fobie specifiche può concludersi nel giro di pochi mesi. Questo tipo di terapia è l’esatto contrario dell’evitamento: per guarire bisogna pian piano esporsi a ciò che si teme assieme ad uno specialista e cioè un terapeuta il quale insegna anche tecniche di rilassamento e gestione dell’ansia. Se fa paura volare, per esempio, si può iniziare guardando gli aerei in foto; e quando questo non crea più problemi si va in aeroporto e così via: ogni volta che lo stimolo non provoca più ansia, si passa a qualcosa di più vicino a ciò che provoca la reazione esagerata, fino a quando si riesce a salire su un aereo senza avere una crisi di panico. Ma si può avere anche ricaduta. <<Capita che, dopo mesi o anni, chi ha superato una fobia ci ricaschi: la terapia può portare ad una guarigione solo temporanea e, ad oggi, non c’è modo di sapere prima su chi avrà un effetto positivo e su chi risulterà inefficace.>> Specifica Bernardo Carpiniello, direttore della clinica psichiatrica dell’università di Cagliari. Al contrario di come molti pensano non c’è un farmaco che spenga la paura. Come chiarisce anche Pallanti: << I farmaci possono essere usati non con l’intento di sopprimere la fobia, ma perché facilitano il processo di ri-apprendimento, per riportare indietro le lancette dell’orologio a quando abbiamo cominciato a temere qualcosa: la plasticità del cervello lo consente, perché così come ha appreso la paura può imparare a “dimenticarla”. Si guarisce non perché si elimina la paura, ma perché si abbassa lo stato di allarme, si padroneggiano meglio le nostre reazioni e si recupera l’autostima.>> Che, in effetti, può subire un brutto colpo se per paura dei clown o dei palloncini decidi che non potrai mai andare ad una festa.

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