Fear of memories
- Liceo Rocci
- 25 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Tratto dal Numero 3 del Vox Rocci, uscito in data 25 marzo 2021
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Corro, una bestia mi insegue, svolto l’angolo e qualche passo più avanti vedo un vicoletto stretto in cui mi posso nascondere. Continuo a correre in quel vicoletto che pare infinito, dopo qualche altro passo vedo la porta di una farmacia spalancata con le ante rotte.
Entro nella stanza e mi nascondo dietro uno scaffale di medicine.
Lo sento, i suoi passi, il suo fetore mefitico, la sua bava che cola sul pavimento mi dà il voltastomaco. Il suo ringhio malefico che ti mette in soggezione riecheggia per tutta la farmacia.
Trattengo il respiro, quel segugio non mi troverà.
Sento i suoi passi avvicinarsi e sincronizzarsi pian piano con il mio battito cardiaco. Lo sento è vicino.
Striscio in avanti fino ad un altro scaffale con il cuore in gola.
Sento il segugio respirare, annusare l’aria per scovare il mio odore acre.
Preso dal panico tremo, un brivido mi risale tutta la spina dorsale. Arrivato al cervello mi fa muovere e sbatto il gomito contro lo scaffale facendo cadere uno spazzolino sul pavimento.
Un attimo di silenzio.
Si sente solo il respiro di quella bestia.
Dopo poco il segugio comincia a correre nella mia direzione.
Mi alzo e comincio a correre, ma la bestia è più veloce di me. Dopo neanche dieci passi lo sento, il suo alito da cane, la sua mascella pronta per tranciare un osso.
Mi azzanna il polpaccio e cado a terra gridando di dolore. Schizzi cremisi macchiano il pavimento bianco. Il cane apre la mascella e la richiude sul mio polpaccio scavando sempre più nella carne fresca.
Urlo, le lacrime agli occhi mi annebbiano la vista. Vedo solo un uomo alto in camice avvicinarsi e dare un calcio al cane che stacca la presa e scivola trascinato da una pozza di sangue contro un muro e muore sul colpo. L’uomo mi guarda con disprezzo, prende una siringa da uno scaffale e la riempie con un liquido nero. Con tutta la sua forza la preme nella carne viva del polpaccio.
Grido.
L’uomo lacera la pelle salendo con la punta della siringa. Il dolore pervade il mio corpo per la seconda volta.
Un ricordo si insinua nella mia mente. Me bambino, costretto su quel letto d’ospedale, con un ago conficcato nella mia carne, e un cane che ringhia ai passanti.
Mi vedo lì steso, un corpo che giace in una farmacia con un cane vicino morto, in una pozza di sangue che non è suo.
Un corpo attanagliato dal dolore e dalla sofferenza, soffocato dalle sue più grandi paure.
Mi sveglio, le lacrime agli occhi, goccioline di sudore che mi imperlano la fronte.
Mi guardo allo specchio, sono ancora io, tutto intero, quel ragazzo con gli occhiali che ha paura del dolore.

Racconto di
Gabriele Ottiglio, 1AS
Illustrazione di
Diana Cargoni, 1AC
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