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Cosa sta succedendo a Hong Kong?

  • Immagine del redattore: Liceo Rocci
    Liceo Rocci
  • 18 dic 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Tratto dal Numero Uno del giornalino, pubblicato in versione cartacea nel dicembre del 2019.



Per capire al meglio questo evento è necessario prima riprendere i libri di storia, per parlare un po’ di Hong Kong e chiarire alcuni dubbi. Hong Kong fino al 1997 è stata una colonia britannica, ottenuta nel 1842 a seguito della guerra fra Cina e Gran Bretagna. Nonostante Hong Kong sia stata restituita alla Cina, il governo concede da sempre una certa indipendenza a questa città: una propria moneta, una autonomia politica etc. Molto lentamente però, dal 1997, il governo cinese ha iniziato ad erodere quella che era la libertà di Hong Kong stabilita dalla legge. Dallo scorso 9 Giugno (primo giorno della protesta, alla quale hanno partecipato circa un milione di persone), sono 4500 le persone arrestate o fermate, di cui 2500 feriti e 2 morti. La protesta è stata perlopiù pacifica. I manifestanti hanno sfilato con una maglietta bianca, simbolo di giustizia, e le mani incrociate a formare il simbolo del diniego del loro consenso. A mezzanotte dello stesso 9 giugno, iniziati gli scontri con la polizia, alcuni manifestanti hanno provato ad occupare uno spazio di fronte ai palazzi del potere, e hanno lanciato alcuni oggetti agli agenti, i quali hanno risposto caricando e spruzzando spray al peperoncino fino a che non sono riusciti a sgomberare lo spazio in questione. Le elezioni locali previste per quella domenica sono diventate un vero e proprio referendum sulle contestazioni e a vincere le elezioni è stato proprio il fronte democratico, conquistando 388 seggi contro i 59 delle forze vicine a Pechino, dopodiché la protesta è cresciuta e ora minaccia l’assetto politico di Hong Kong. Ciò che ha innescato involontariamente la rivolta è stato un caso di cronaca nera, un ragazzo di 19 anni, ammette di aver ucciso la propria ragazza in vacanza, a Taiwan. Però qui sorge un problema poiché non esiste un trattato di estradizione tra Hong Kong e Taiwan. Le proteste sono nate a causa di una nuova legge che avrebbe concesso a Pechino di processare e condannare nei tribunali cinesi i cittadini di Hong Kong accusati di aver commesso gravi crimini. La legge è stata successivamente ritirata il 9 luglio. La protesta si è estesa fino ad oggi poiché la legge sull’estradizione non è che una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso nei rapporti tortuosi tra la Cina e Hong Kong. I ragazzi di Hong Kong si sono resi conto dell’importanza di non confondere la libertà di consumo con la libertà di prendere decisioni. Tuttavia le proteste continuano e una cosa, a mio parere interessante, è il fatto che non vi è un vero e proprio leader a capo della protesta, questo per non permettere al governo di Pechino di attaccare un ipotetico capo delle rivolte, bensì ci sono varie persone che si sono distinte nella protesta come Joshua Wong, attivista hongkonghese, il quale all’età di 18 anni ha partecipato alla rivoluzione degli ombrelli (2014), ora ne ha 23 e da allora è stato arrestato e processato 8 volte, finito in prigione 3 volte, e attualmente libero su cauzione. Nonostante quest’ultimo abbia cercato di venire in Italia, è stato bloccato, negatogli il diritto all’espatrio. Viene accusato dai giornali del regime di essere una spia della CIA, ovviamente non è che una menzogna utilizzata per delegittimarlo. È ammirevole come questo ragazzo, nonostante sia bloccato in Cina, colga ogni occasione per fare informazione su ciò che sta accadendo a Hong Kong, ed esporre il suo pensiero, senza smettere di lottare.

Diana Palade, 4AS.

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